Sono sulle colline di Pescara le prime tracce della famiglia Bosco nel mondo agricolo abruzzese, risalenti alla fine dell’Ottocento, ma le prime etichette aziendali cominciano ad essere prodotte nel 1968 (con il Montepulciano ad essere il primo vino abruzzese ad essere esportato negli Usa), con un successivo sviluppo e spostamento della cantina nelle colline di Nocciano, che arriva nel 1983. Entrano, invece, nella conduzione dell’azienda, e siamo nel 1996, Nestore e Stefania, figli di Giovanni. I vini a marchio Nestore Bosco hanno un’impronta tradizionale, mixata con un significativo contributo tecnologico. I vitigni coltivati sono soprattutto quelli locali, protagonisti della storia enoica abruzzese, e cioè il Montepulciano e il Trebbiano, ma non mancano neppure Chardonnay (varietà utilizzata prevalentemente per uno spumante), Passerina e Pecorino. La gamma etichette è ricca e articolata e comprende oltre venti referenze. Il Trebbiano d’Abruzzo Don Bosco 2022 possiede al naso aromi di fiori gialli freschi, mela, cedro, mandorla e alloro. In bocca il sorso è pieno, fruttato tendenzialmente verticale e appena sapido, e si conclude in un finale lungo e ammandorlato. Nestore Bosco fa parte del gruppo Prosit, che raccoglie la Cantina di Montalcino, la pugliese Torrevento, la veneta Collalbrigo, la Casa Vinicola Caldirola, a cui si affianca Votto Vines, società di distribuzione americana.
(are)
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