Dei progressi enoici della Puglia s’è detto tanto, negli ultimi anni. Ognissole, una delle cantine ruotanti attorno ai molti progetti di Feudi di San Gregorio, è fra gli esempi più dinamici in assoluto, a partire dal nome: di origine greca e riferito a quel Leonida da Taranto che già nel III secolo a.C citava quei luoghi come ricchi, per l’appunto, di tantissimo sole. Nel dettaglio, due i nuclei produttivi dell’azienda: uno collocato sull’altopiano di Gioia del Colle, destinato al primitivo, e l’altro (denominato Cefalicchio) fra Canosa di Puglia e Castel del Monte. Il secondo, certificato come biodinamico dopo aver iniziato la sua conversione dal 1992, è costituito da ventisette ettari di vigna prevalentemente basati su nero di Troia, bombino bianco e moscato bianco. Dal 2017 è Luca D’Attoma, enologo che ha sempre prestato tanta attenzione al mondo biologico e biodinamico, a seguirne sotto l’aspetto tecnico la cantina: al punto che proprio dall’ultima annata si è deciso di procedere per il Pontelama con alcune innovazioni, legate alla vinificazione all’interno di tre diversi materiali (terracotta, acciaio e cemento) prima di un affinamento di ulteriori sette mesi. Di un colore rosato intenso, risulta accattivante il gioco di sponda fra agrumi, frutta secca, ribes e pepe. La bocca, morbida e di beva, vede poi un tannino appena pronunciato a contrastare felicemente il palato.
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