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OPERAZIONE DEL COMANDO CARABINIERI POLITICHE AGRICOLE PER PRESUNTE TRUFFE NEL SETTORE VITIVINICOLO: ESEGUITE 14 ORDINANZE DI CUSTODIA CAUTELARE

E' in corso da questa mattina un'operazione del Comando Carabinieri Politiche Agricole. In particolare, si tratta di numerose ordinanze di custodia cautelare, eseguite in diverse regioni dai militari dei Nuclei antifrodi del Comando Carabinieri politiche agricole, disposte dalla Procura della Repubblica nel Tribunale di Bari.
L'operazione, denominata "Vigne nuove", riguarda in particolare presunte truffe nel settore vitivinicolo. Essa è stata condotta nelle province di Bari, Asti, Venezia, Grosseto e Siena. Sono intervenuti i nuclei antifrodi dei Carabinieri di Parma, Roma e Salerno, che hanno eseguito 14 ordinanze di custodia cautelare. Fra le persone arrestate vi sono un ex dirigente e un funzionario dell'Ispettorato provinciale Agricoltura di Bari e il direttore dell'Unione provinciale agricoltori di Asti.
Secondo gli investigatori, sarebbe stata disarticolata un'associazione per delinquere finalizzata alla truffa a danno di privati e anche a truffa aggravata, peculato e falso in quanto i componenti del gruppo rivendevano in modo fraudolento, all'insaputa dei reali proprietari, diritti di reimpianto per uva da vino e in alcuni casi avrebbero falsificato la relativa documentazione amministrativa. L'attività illecita avrebbe consentito agli arrestati di trarre profitti per circa 4 milioni e mezzo di euro. Gli acquirenti truffati, inoltre, potrebbero essere costretti all'espianto di circa 600 ettari di vigneti perché abusivi.
Sarebbe stato un funzionario dell'Ispettorato provinciale all'Agricoltura di Bari a ideare una complessa truffa vendendo a ignari viticoltori del nord d'Italia, fra cui Zonin, diritti di reimpianto per uva da vino falsi oppure scaduti. L'attività illecita, gestita insieme con altre 13 persone, ha fruttato - secondo le indagini del Comando Politiche agricole dei carabinieri - circa 4 milioni e mezzo di euro in tre anni, dal '99 al 2002. Tutti e 14 i presunti componenti dell'organizzazione sono stati arrestati stamani - a sette sono stati concessi i domiciliari - in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Bari Jolanda Carrieri su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Domenico Seccia, con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa a danno di privati, truffa aggravata, peculato e falso.
Il funzionario barese arrestato è Giovanni Tarquinio, di 50 anni, attualmente in servizio all'assessorato alle risorse agroalimentari della Regione Puglia. Un altro funzionario, in servizio all'Ufficio agricolo di zona di Andria (Bari), Sebastiano Zimpollini, 48 anni, è agli arresti domiciliari in quanto il suo ruolo nell'organizzazione criminosa sarebbe stato - secondo gli inquirenti - meno rilevante di quello del primo. Anche ai domiciliari è il direttore dell'Unione provinciale agricoltori di Asti, Francesco Giacquinta, di 48 anni. Gli altri arrestati, che avrebbero avuto tutti il ruolo di mediatori, sono imprenditori agricoli e periti agrari, per la maggior parte pugliesi ma anche toscani e veneti. L'inchiesta fu avviata nel 2001 quando l'ex assessore all'Agricoltura della Regione Puglia Nicola Marmo (An) presentò un esposto alla Procura della Repubblica di Bari segnalando presunte irregolarità nella commercializzazione dei cosiddetti diritti di reimpianto di vigneti. Le autorizzazioni vengono rilasciate dagli Ispettorati provinciali all'Agricoltura in quanto la normativa comunitaria prevede l'impossibilità di nuovi impianti in Italia sino al 2010.
Per incrementare le proprie produzioni vitivinicole numerosi imprenditori del nord - in particolare del Piemonte, del Veneto, della Toscana, del Friuli Venezia Giulia - cercano di acquistare i diritti di reimpianto da altri agricoltori che vogliono invece disfarsene. Sarebbe stata questa consistente richiesta a far ideare la truffa: Tarquinio, all'insaputa dei proprietari e con l'aiuto di una rete di agronomi e mediatori, avrebbe creato false attestazioni di sussistenza dei diritti di reimpianto provvedendo ad inoltrarle ai vari Ispettorati all'Agricoltura delle province di residenza degli acquirenti. Di tutta la documentazione il funzionario avrebbe poi fatto perdere ogni traccia.
Il danaro versato dagli imprenditori per i diritti di reimpianto - dai 5 ai 10 milioni di vecchie lire per ogni ettaro di vigneto - sarebbe così finito ai componenti dell' organizzazione criminosa. Dopo l'esposto alla Procura della Repubblica di Bari, i militari del Nucleo Politiche agricole hanno esaminato le documentazioni relative ad oltre 180 produttori di vino e dai controlli incrociati sono emersi 80 intestatari di diritti falsi, tutti ignari della truffa subita, per un ammontare complessivo di 600 ettari di vigneti, che potrebbero essere smantellati perché abusivi.
Oltre a Tarquinio, sono finiti in carcere il perito agrario Cataldo Tandoi, 40 anni, di Corato (Bari), Vincenzo Labianca, 38 anni, anche lui di Corato, titolare di una società di mediazione, due imprenditori agricoli di Corato, Luigi Cantatore, 42 anni, e Giuseppe Scaringella, 46 anni, e uno di Siena, Rocco Sardone, 52 anni, e un bracciante agricolo di Andria (Bari), Giovanni Miracapillo, 64 anni. Sono stati concessi gli arresti domiciliari, oltre che a Zimpollini e Giacquinta, all'agronomo Luca Martinelli, 45 anni, di Grosseto, a Francesco Miracapillo, 31 anni, figlio di Giovanni, a Stefano Sardone, 25 anni, figlio di Rocco, e agli imprenditori agricoli, Oscar Sgorion, 52 anni, veneto, e Giuseppe Gramegna, 55 anni, di Ruvo di Puglia (Bari).

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