“Un’annata estrema”, cocktail arduo di gelate e caldo torrido. Axel Heinz, direttore e “arbiter” (coadiuvato dalla brava enologa Olga Fusari), non ha dubbi nel targare la genesi di Ornellaia 2017, battezzato “solare” (a ogni millesimo tocca un appellativo che ne riassume il carattere) per matrice climatica e timbro. Ma questa edizione è anche la dimostrazione di quanto la marcia in progress aziendale (la cantina; i sistemi di selezione che mixano cernita manuale e ottica; l’attenzione preventiva alla salute dei vigneti a fronte degli strappi del clima; la cura nello scongiurare estrazioni sovradosate da grappoli con rapporto succo-buccia nettamente ridotto) sia stata profonda ed efficace. Quasi impensabile, lustri fa, in condizioni simili, fare un vino di questa levatura, tannico, ampio, potente com’è giusto sia in questa fase d’avvio: ma poi armonico, senza tonfi in dolcezza o alcolicità roboanti, concentrato attorno al nucleo ma predisposto a dilatarne via via l’orbita sensoriale. Anche questo 2017 sarà poi al centro coi grandi formati fregiati di etichetta d’artista (del visionario Tomàs Saraceno e col sole per tema) d’un benefit speciale. Venduti all’asta tramite Sotheby’s, sosterranno il progetto - co-firmato Guggenheim – che punta a far “percepire” l’arte visiva ai sin qui esclusi: ipo e non vedenti destinatari del programma “Mind’s Eye” (Occhio della Mente) loro dedicato.
(Antonio Paolini)
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