È vivace e fragrante questa Riserva 2019 di Panzanello, con le sue note di piccoli frutti rossi e camelia, cenni ematici e a tratti vinosi; con il suo sapore di ciliegia ed erbe aromatiche, e qualche tocco di scorza di arancia e pepe; con il suo sorso saporito e materico, che aderisce centralmente, mentre scorre sapido ai lati, verso un finale leggermente ammandorlato. Le uve che la compongono provengono dal Poggio di Lorenzo, dove la vigna si divide in due: la parte esposta a est-ovest e quella esposta nord-sud. Il Sangiovese e il Cabernet Sauvignon non sono gli unici vitigni coltivati a Panzanello: ci sono anche il Merlot e il Petit Verdot, tutti distribuiti su 10 ettari vitati, su di un totale di 80, per una produzione annuale di 50.000 bottiglie. L’attività di cantina moderna è iniziata ufficialmente nel 1994, quando Andrea Sommaruga si trasferisce in questo podere nei pressi di Panzano. Nel 1964 era stato comprato dalla nonna Anna Maria, che l’aveva ristrutturato come casa di campagna dove sostare 6 mesi l’anno e accogliervi figli e nipoti. La storia di Panzanello però risale a ben oltre il Novecento: si parla del 1427 (data riportata anche in etichetta) e già allora il legame col vino era fortissimo, grazie all’operato meticoloso di Franciesco Ciucci D’Ugolino che già allora aveva messo in pratica la selezione delle migliori viti in campo. Pratica che anche Andrea Sommaruga porta avanti tutt’oggi.
(ns)
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