La storia di questo vino nasce dall'intreccio di 3 elementi: un vigneto sul Monte Calvarina, al confine orientale del Soave, che si cercava di valorizzare; una gita aziendale nella Champagne di grande insegnamento sui vini ottenuti da blend. E infine un'azienda abbastanza strutturata da riuscire a tenere un piede ben saldo nella produzione di vini tradizionali del suo areale (Valpolicella e Soave) e, allo stesso tempo, ad avere un approccio tanto scanzonato da permettersi esperimenti innovativi e irriverenti. Ecco Hey French, che prende ispirazione dalle vinificazioni spumantistiche d'oltralpe per applicarle ad un vino fermo bianco, unendo le migliori uve di Garganega, Pinot Bianco e Sauvignon raccolte in 4 annate differenti. Il procedimento è graduale: vinificazioni separate per vitigno, affinamento in legno, e poi in due passaggi lo studio del blend, prima della singola annata, poi delle 4 diverse annate unite. Il risultato è un vino che si mastica, persino nel colore, giallo e brillante come il sole. Il naso, molto inteso, sa di albicocca, cedro, note mentolate, di spezie dolci e di frutta tropicale - mango e caju - infine camomilla e ginestra. In bocca è estremamente minerale e vellutato, e il sorso alterna sapidità e dolcezza senza sosta, rimandando aromi di burro, vaniglia, pepe bianco, ginestra e fragranza ammandorlata. A breve l'Edizione II: sarà interessante stabilire se le diversità di ogni annata riusciranno ad emergere più delle tecniche di vinificazione.
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