Una bimba disegnata a matita che si dondola su di un prato di grappoli, attorniata da farfalle rosa. Dà un senso di leggerezza e spensieratezza l'etichetta di Flëury, un fil rouge con la bottiglia stessa, che contiene un rosé di Nebbiolo, Barbera e Freisa dal colore delicato (come i cugini provenzali) e un bouquet di aromi gentile: anguria, bocciolo di rosa, banana, menta piperita e basilico. Una vena discretamente sapida e fresca introduce una punta amarognola che accompagna tutta la curva del palato fino alla base della lingua, finendo con una piacevole astringenza di ritorno che pulisce tutto il sorso. Sono puliti e precisi i vini di Guido Giuseppe, che ha fondato l'azienda Pescaja appena diciannovenne, dedicandosi anzitutto all'Arneis e in seguito alla Barbera, grazie a progressive acquisizioni fra Cisterna d'Asti, Nizza Monferrato e le Colline Alfieri. Pescaja contiene l'acronimo S.C.A. (Sole, Cuore e Anima) che sta alla base della filosofia aziendale; ma contiene anche una cantina pervasa dalla tecnologia, che comprende un'apparecchiatura “criogenica” di raffreddamento continuo del pigiato: acquistata nel 2004, fa passare il mosto in un ciclone di neve carbonica a -20 gradi centigradi. L'obiettivo è semplice: esaltare gli aromi primari dell'uva “usando lo stesso metodo con cui in Francia ottengono le fragranze”. E il Flëury ne è una riuscita (e profumatatissima) rappresentazione.
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