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PETER WELLER, ALIAS “ROBOCOP”, DIVO DI HOLLYWOOD, BRINDA A MONTALCINO CON IL BRUNELLO: E’ LUI L’AUTORE DELL’OPERA-SIMBOLO DELLA VENDEMMIA 2004

Ha lavorato con Woody Allen e con Michelangelo Antonioni, ma il suo nome per il grande pubblico resta legato al film “Robocop”, pellicola di culto degli anni ’80: Peter Weller, divo di Hollywood, è in questi giorni a Montalcino per “Benvenuto Brunello” (18-19 febbraio), grande kermesse di presentazione delle nuove annate, che attira importatori, buyers e giornalisti di tutto il mondo. E’ proprio Weller, artista eclettico che da anni si dedica alla musica e alla pittura, a firmare l’opera-simbolo della vendemmia 2004 del Brunello. Il “rating”, ovvero la valutazione in stelle della vendemmia, è ancora top secret: sarà comunicato sabato dal Consorzio del Brunello, quando sarà presentata alla stampa la formella in ceramica realizzata in esclusiva da Weller, grande amante della Toscana e soprattutto del vino di Montalcino. Con l’uscita delle nuove annate per i collezionisti e gli appassionati inizia in questi giorni la caccia al Brunello 2000, il primo del millennio: una bottiglia simbolica, ufficialmente in commercio a partire da oggi. Il 2000 è un’annata speciale, che sancisce l’entrata nel nuovo millennio di un vino nato solo alla fine dell’Ottocento, ma diventato ormai nell’immaginario collettivo un simbolo dell’enologia top nazionale, capace di conquistare estimatori in tutto il mondo. E dopo un’annata particolarmente buona - il business nel 2004 si è attestato su 143 milioni di euro, con una produzione di 6 milioni di bottiglie - il Brunello mira ad allargare e consolidare il proprio giro d’affari verso nuovi Paesi. Russia, Europa dell’Est, Cina e Giappone sono le prossime mete, che si affiancano ai tradizionali mercati di riferimento come gli Stati Uniti (che assorbono il 32% della produzione), la Svizzera, la Germania e il Canada. Intanto, per difendersi dalle sempre più numerose imitazioni, il Brunello si è registrato come “marchio d’impresa” in 60 Paesi del mondo, oltre all’Italia. Dalla Cina alla Russia, dall’India al Messico, dal Brasile alla Corea, da Singapore alla Nuova Zelanda: nessuno potrà più appropriarsi impunemente della dizione “Brunello”. Questa decisione è stata presa dopo che l’Unione Europea ha dato il permesso ai produttori stranieri di usare nomi quali Brunello, Vinsanto, Vino Nobile, Amarone, Morellino, per un totale di 17 menzioni. Ma i produttori non si sono fermati qui, e hanno deciso di fare ricorso all’Unione Europea insieme ad un coordinamento di altri Consorzi di tutela dei più importanti vini italiani, in accordo con il Ministero delle Politiche Agricole.

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