Il caldo dell’estate 2020 è perfettamente percepibile nel Rosso di Montalcino di Pietroso, ma la delicatezza del fiore e del frutto, che il vino riesce a diffondere nel naso e in bocca, riappacifica l’assaggio, rendendolo infine piacevolmente mentolato e agrumato in chiusura. Non stupisce che la famiglia Pignattai sia uscita a testa alta dalle difficoltà dell’annata: è qualche anno, infatti, che conferma e rifinisce un suo stile e una sua classicità costantemente gradevoli, sia per il Sangiovese che diviene Brunello, che per quello che esce dopo un anno in botte di legno grande e mezzo in bottiglia. Le uve per il Rosso provengono da 3 vigneti diversi: due sono in loro gestione e si trovano nella zona nord e nella zona ovest della denominazione; la terza parte proviene invece da Sant’Antimo, dove si trova il loro vigneto di proprietà più grande, iscritto a Brunello, da cui scelgono le uve che danno vini più pronti e rotondi. Tutti i vini di Pietroso nascono dagli assemblaggi delle vigne che possiedono (o curano): i 6,5 ettari di vigneti aziendali si distribuiscono fra Castelnuovo dell’Abate, la cantina a pochi chilometri a ovest di Montalcino e Montosoli. Proprio da qui nasce il loro unico cru: un vigneto malandato da cui producevano un Igt da piante vecchie di Sangiovese-Colorino-Ciliegiolo, che reimpiantarono a malincuore nel 2015, per rendere onore ad una delle zone più vocate del territorio ilcinese.
(ns)
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