Sorprendente è l’aggettivo che si attaglia a Pizzolato organic wines. Ben 9 milioni di bottiglie per il 93% destinate all’estero, tra i 10 maggiori esportatori di vino bio in Italia. Una delle poche società Benefit italiane, ha nel suo statuto gli obiettivi del “bene comune”. Tra i primi ad abbracciare la conduzione in bio negli anni 80, Settimo Pizzolato ricorda lo scetticismo (mal riposto) dei colleghi. Dal 1991, prima annata certificata bio, molti gli altri obiettivi raggiunti: cantina in bioedilizia integrata perfettamente nell’ambiente, agri wine bar ”Officina del Vino” e una offerta variegata di attività nel segno della sostenibilità oltre il bio. L’azienda di Villorba (Treviso) - produzione basata in Veneto ad eccezione di un Prosecco Trieste doc - propone molte tipologie: spumanti, anche metodo classico, frizzanti, rossi e bianchi, anche da Piwi, passiti. Vini a denominazione, igt e da tavola. Liquori e distillati. Nel mondo Prosecco, doc e docg, spicca il Conegliano Valdobbiadene Brut per armonia del naso e note di mela renetta, sorso fresco ed elegante. Sorprendente anche il Barbarossa 2018. Dicotomico e spaesante come solo il Malanotte del Piave può essere perché contempera uve fresche e appassite di Raboso (70 e 30%): nerbo acido e tannico delle prime ammorbidito dalla concentrazione delle seconde. Al naso, verticale, dominano marasca, prugna e spezie. Al sorso è corposo, alcolico e caldo.
(Clementina Palese)
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