È uno dei vini “dei Papi” secondo le memorie storiche del luogo ove si produce: ed è anche custode di uno stile “neoclassico” di lavorazione del Nebbiolo epigono per certi versi di quello che il talentuoso (e giovanissimo) Alessandro Antonelli scelse per il remake del locale Santuario, che di Boca è il luogo simbolo. Il Poderi Garona, dove Renzo Duella gestisce con bravura una mini azienda da 2,5 ettari di vigna, è esempio brillante di sicurezza raggiunta nel tempo. E il 2013, figlio di uve di grande maturità, è l’annata fin qui forse di massima complessità, e che ne traduce al meglio le potenzialità. La consapevolezza stilistica si esprime in un naso ricco di note agrumate, ma anche di rosa e pesco. La bocca ha approccio austero, senza concessioni, e texture impattante, ma attualissima: perché il tessuto del vino è netto, ampio e insieme d’impressionante freschezza, con un mix di note gradevolmente vegetali e piccoli frutti rossi, mentre agli spigoli tannici delle Langhe si alternano stavolta tannini appena affilati, dalla griglia fitta e seria. Onorando appieno il frutto dei vigneti alti (tutti sopra 400 metri, basati sullo storico impianto a maggiorina, la spalliera tipica dell’Alto Piemonte già ai tempi dei romani, ma mixato anche al più moderno Gujot) di Montalbano di Boca. Dove l’uso vuole che a ogni vendemmia le giornate di lavoro (tutte manuali) siano chiuse da un’epica festa.
(Antonio Paolini)
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