Da Poggio Antico si vede il mare. Non sempre, solo se il tempo lo permette: ci sono dopotutto 50 chilometri di distanza. Ma la mera possibilità che succeda significa che siamo alti, invero fra le zone più elevate di Montalcino: a 550 metri di altezza, subito sotto al “Passo del Lume Spento”, che in passato metteva a dura prova le carrozze trainate dai cavalli e ne spegneva le lanterne. Qui Poggio Antico, nascosta fra boschi di lecci, coltiva terreni già censiti nel Catasto Leopoldino del XVIII secolo: è la famiglia Glodel a fondarla nel 1976, mentre dal 2017 è Marcel van Poecke a possederla, attraverso AtlasInvest. Con van Poecke inizia la conversione a biologico e un lavoro di classificazione dei suoli, che porta all’impianto di 3 nuove vigne: I Poggi, Le Martine e Madre. Insieme a Ingresso costituiscono il patrimonio viticolo dell’azienda di 37 ettari, coltivati quasi del tutto a Sangiovese, con meno di due ettari dedicati a Cabernet Sauvignon e Chardonnay. Ne derivano 7 vini: due Super Tuscan, un Rosato e 4 etichette della tradizione ilcinese, che comprendono il Brunello annata e il Cru I Poggi, la Riserva e questo Rosso di Montalcino, ottenuto dalle vigne più ricche di argilla. Nella versione 2023 risulta un vino fitto e intenso, già nei profumi di amarena, macchia mediterranea e note rocciose: al palato si svela subito saporito e fruttato, dalla decisa impronta sapida e acida, ammorbidita dal calore.
(ns)
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