Anche la Maremma ha le sue colline che ben si prestano a una viticoltura finalizzata all'eleganza dei vini. E' il caso di Poggio Cagnano, nell'areale di Manciano, con vigneti quasi a 500 metri, con alle spalle il Monte Amiata e di fronte il Mare dell'Argentario. Alessandro Gobetti, viticoltore under 40 vive e lavora qui, anche se di nascita è lombardo. Un passato recente nel design applicato al cinema ai media che lo ha portato ovunque. Poi la scelta della campagna toscana e del vino, pensato in chiave biologica, seguendo i dettami di Simonit e Sirch per la potatura. Una biodiversità spiccata fatta da tanto bosco di querce e anche uliveto. Le uve sono quelle locali, Sangiovese, Ciliegiolo, Vermentino, Ansonica, ma non mancano le classiche internazionali. Si sperimenta con legno ma anche cemento e anfora. Un inizio oramai più che decennale ma con una produzione che rimane limitata. Si arriverà al massimo a 25mila bottiglie tra qualche anno. La terra è l'arenaria mista a rocce, un suolo drenante e povero di materia organica che costringe le radici delle piante a scendere in profondità. Il risultato, nei bianchi come nei rossi, è una franchezza di beva notevole. La nostra scelta cade sul Selvoso, un blend di Ciliegiolo e Sangiovese, dove le due uve toscane vanno a braccetto per trovare - riuscendoci - un'armonia tutta territoriale: acidità e vivacità di frutto, colore sgargiante e tannino presente.
(Francesca Ciancio)
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