Sarebbe certamente soddisfatto Winston Churchill dell’onore di cui è stato fatto oggetto dalla Maison Pol Roger che, è fatto arcinoto, era la sua cantina di riferimento. E sarebbe altrettanto contento che, a distanza ormai di settantacinque anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, Pol Roger resti il simbolo di una specie di “resistenza” enoica alla sete dei razziatori nazisti che, dal 1940, s’impadronirono, oltre che della Francia, anche dei suoi vini, ritrovati in abbondanza nei sancta sanctorum del regime dal “nido dell’aquila” sull’Obersalzberg al bunker della cancelleria di Berlino. Ma Churchill avrebbe sicuramente apprezzato e, probabilmente soprattutto, il risultato nel bicchiere della Cuveé 2008 che porta il suo nome: di straordinaria qualità, tanto per non fare inutili giri di parole. La abbiamo assaggiata a più riprese, al suo esordio in Italia e in altri confronti e, sempre, è uscita tra le migliori. Stiamo parlando di un’annata clamorosa per la Champagne nel suo complesso e quindi la concorrenza, come dire, è a dir poco spietata (Salon, Dom Perignon etc., tanto per intendersi). Ottenuto da un assemblaggio di Pinot Nero e Chardonnay, la cui percentuale è tenuta segreta dalla Maison, il Winston Churchill si affina sui lieviti per nove anni. E la versione 2008 sembra evocare il ritratto nel bicchiere dello statista inglese: semplicemente e superbamente imprevedibile.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024