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Popolare di Vicenza: il Gup di Vicenza ha disposto sequestri conservativi sulle quote del gruppo vinicolo Zonin cedute da Gianni Zonin alla famiglia (fonte: “La Repubblica”). L'operatività delle cantine non viene intaccata dal provvedimento

L’inchiesta sulla Popolare di Vicenza tocca anche il mondo del vino: secondo quanto riporta oggi il quotidiano “La Repubblica”, il giudice dell’udienza preliminare della Procura di Vicenza, Roberto Venditti, in un provvedimento del 15 febbraio, ha disposto sequestri conservativi per una somma complessiva di 176 milioni di euro a carico degli indagati. Tra cui Gianni Zonin, ex presidente della Banca vicentina e di uno dei gruppi vinicoli più importanti d’Italia.
“Per Zonin il sequestro conservativo di beni mobili ed immobili ceduti a terzi riguarda anzitutto l’azienda vinicola di famiglia - scrive “La Repubblica” - il Gup fa riferimento al trasferimento in favore dei figli Domenico, Francesco e Michele delle intere partecipazioni possedute nelle società Gianni Zonin Vineyards Sas (pari al 26,9%, ndr), e Zonin Giovanni Sas (pari al 38,55%), per un controvalore dichiarato di oltre 10 milioni. Sotto sequestro finiscono anche terreni e palazzi a Montebello Vicentino e Vicenza, e il 31% dell’immobiliare San Marco srl, oltre al 2% della Tenuta Rocca di Montemassi Srl. Beni ceduti dal re del prosecco a moglie e figli, tra la fine del 2015 e il 2016, in quella che il giudice definisce un’intesa attività di trasferimento”.

Sequestri che, da quanto apprende WineNews, non incidono comunque sull’operatività del gruppo vinicolo,
e che gli avvocati di Gianni Zonin, Enrico Ambrosetti e Nerio Diodà, in una nota, commentano così: “i difensori di Gianni Zonin prendono atto della decisione assunta dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Vicenza in merito al sequestro conservativo dei beni disposto nei confronti del proprio assistito nel quadro del processo relativo a Banca Popolare di Vicenza. Precisando che tali azioni non introducono elementi di sostanziale novità all’interno del quadro giudiziario in quanto rappresentate e annunciate in passato, i difensori desiderano esprimere a nome del proprio assistito la massima fiducia nel lavoro della Magistratura e riconfermare l’assoluta disponibilità di Gianni Zonin a chiarire la propria posizione e a fornire una ricostruzione accurata dei fatti accaduti, ribadendo quanto già dichiarato in passato, in sede processuale”.

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