"Un’annata leggiadra, allegra, semplice e tosta come il rock’n’roll di Iggy Pop. E come lui invecchia bene". Così descrive il suo Rosso del Ciglio 2016 Salvatore Magnoni, ex dj - ma di quelli bravi - delle notti Disco napoletane, nonché venditore di vinili in uno degli indirizzi storici partenopei per gli amanti della buona musica. Non sorprende quindi che molti dei filari portino il nome di un musicista amato da Magnoni. Un modo per continuare a sentire le vibrazioni, anche del vino. Solo Aglianico fatto in Cilento, in una terra dal mare bellissimo ma che parla la lingua dell'agricoltura. Prima La Terra ha chiamato l'azienda, che nasce nel 2000 a Rutino, in provincia di Salerno, sulle terre e nella casa di famiglia. Salvatore inizia dall'olio per poi aggiungerci il vino, estirpando Barbera e Sangiovese piantati dal padre e puntando tutto sul vitigno rosso campano. Siamo a quasi 400 metri di altezza, su un crinale che si riversa nella valle dell'Alento e che ha di fronte il Monte Stella, la cima più alta della regione. L'unico terroir in Campania a non essere vulcanico. Infatti in Cilento si parla di flysch, argilla, calcare e pietra, un suolo poco organico che dona però eleganza e profondità minerale. Proprio come questo Rosso del Ciglio, vivace, anche un po' spavaldo in una certa sua rusticità, ma schiettamente vivo e fruttato. Toni scuri di mora e corteccia, ma bella rotondità data da un legno sapiente.
(Francesca Ciancio)
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