Tra i tanti vitigni di origine francese che caratterizzano i vigneti del Bel Paese, forse troppi qualcuno potrebbe obbiettare, ce n’è uno che probabilmente è quello che meglio riesce ad esprimersi alle nostre latitudini. Conosciuto sotto svariati nomi, Grenache, Garnacha, Alicante, sta dentro al solco di quella tradizione storicamente non secondaria, che lo ha visto protagonista in Italia come Cannonau in Sardegna, Uva Spagna in Toscana, Bordò nelle Marche e Tai Rosso in Veneto. Un vitigno che, peraltro, meriterebbe una maggiore considerazione, vista la marcata virata delle temperature verso l’alto che interessa anche lo Stivale, essendo note le sue capacità di resistere alla siccità. Di più. Le sue declinazioni, nelle diverse zone dove viene prodotto entro i nostri confini, sono ben leggibili e riescono ad esprimere carattere e originalità. È il caso anche del Tai Rosso 2018 di Punto Zero, affinato in barrique di primo e secondo passaggio per 15 mesi. I suoi profumi rimandano alla rosa e ai piccoli frutti rossi, con qualche tocco speziato proprio dei legni di affinamento. In bocca, il sorso è ben bilanciato dai tannini decisamente levigati e dalla giusta fragranza acida, a dare al suo sviluppo una vivacità ben modulata e una densità mai sopra alle righe, fino ad un finale sui toni dolci del frutto. Punto Zero, cantina nata nel 1994 per volere della famiglia de’ Besi, si trova sui Colli Berici.
(fp)
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