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QUANDO LA BOTTIGLIA SBANCA AL BOTTEGHINO. DALLA FRANCIA UN FESTIVAL DEL CINEMA ENOLOGICO ...

Intrighi, complotti, avventure e documentari: l'importante che ci sia sempre e comunque il vino. E' questa l'ultima passione di chi ama il grande schermo: seguire attentamente le vicende di produttori, coltivatori, esperti o semplici amanti di un buon bicchiere, californiano in questo caso. Mentre gli americani hanno iniziato ora ad accontentare il grande pubblico, i francesi hanno ideato addirittura un vero e proprio festival dedicato all' enologia, e questo già da 12 anni grazie ad un gruppo di una delle riviste storiche del settore.

Chi ama infatti il vino non soltanto dal punto di vista gastronomico, ma anche culturale e soprattutto artistico non dovrebbe perdere Oenovideo, il Festival Internazionale di cinema enologico che si svolgerà nel cuore della Provenza a Menerbes dal 14 al 16 aprile: tre giorni dedicati all'arte vitivinicola in pellicola. Questa edizione vedrà 81 film, video e cortometraggi in gara provenienti da 8 Paesi, il cui comune denominatore è avere come protagonista il vino coniugato in tutte le arti e i mestieri, di cui 32 entreranno in finale; il tutto sotto un'attenta giuria di esperti che consegneranno al vincitore una scultura in tema, un grappolo d'uva.

Obiettivo della manifestazione è rinnovarne immagine e comunicazione, creando un momento di incontro tra i diversi attori di questo sfaccettato mondo, insomma rafforzare le strategie da mettere in campo. Una kermesse nata in tempi non sospetti, ben prima del successo dello statunitense Sideways, il road movie ambientato tra i vigneti californiani, diventato ormai un vero e proprio cult.

Un campione di incassi che sembra quasi aver tradotto all'americana la filosofia del festival francese. Una cosa è certa, e forse il successo di questo film non è estraneo, le importazioni dei vini del West Coast nel Belpaese sono aumentate nello scorso anno del 670%; fanno molto trendy soprattutto tra i giovani, a tal punto che in Italia hanno sbaragliato vini extracomunitari storici come gli australiani, cileni e sudafricani. Del resto, si sa, gli americani sono i maestri della comunicazione e quindi, dopo aver messo a punto la fase produttiva, hanno giocato la carta vincente di farne un film. Ma le sorprese enologiche in video non finiscono certo qui. Sembra infatti che la passione vinicola riscuota grande successo ai botteghini, e non solo con la visione assai romantica dei vini californiani.

E' di scena da pochi giorni Mondovino, un documentario su truffe e follie della passione vinicola, attraverso l'occhio di un americano, naturalmente sommelier, in giro per vigneti di tre continenti. La saga della successione di miliardari californiani, le rivalità di due dinastie di aristocratici fiorentini e i conflitti di tre generazioni di una famiglia della Borgogna, tutti in lite fra loro per la conservazione di qualche ettaro di vigna, potrebbe approdare anche sul piccolo schermo. E l'Italia? Per il momento il vino lo produce, e bene. Ma se si tornasse a fare anche qui un pò di buona comunicazione, magari con qualche pellicola, non sarebbe male. Si arginerebbe il 'fenomeno California' a favore di un made in Italy che, come emerso al Vinitaly, costituisce ancora il sogno più ambito negli States così come in ogni altro angolo del mondo.

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