Insieme al Taurasi Riserva, l’Aglianico in purezza Terra d’Eclano è l’etichetta d’esordio (2004) del progetto enologico di Luigi Moio. Maturata per un anno in barrique nuove e di secondo passaggio, la versione 2020 profuma di frutti di bosco, erbe officinali, polvere di caffè, spezie e toni tostati. In bocca, il sorso è tendenzialmente morbido, dalla trama tannica articolata e solida e dal finale ampio, che ritorna sul frutto e su accenti balsamici e speziati. L’azienda di Luigi Moio, ordinario di enologia dell’Università Federico II di Napoli e punto di riferimento per molte aziende vitivinicole della Campania, è il luogo d’elezione dove il nostro esprime tutta la sua conoscenza pregressa e il suo punto di vista sul come fare vino. Ma non solo. Si tratta dell’azienda di famiglia, anzi è prima di tutto la casa della famiglia Moio. Posta a Mirabella Eclano, nel cuore dell’Irpinia, è nata nel 2001. Il suo nome, Quintodecimo, rimanda al toponimo “Quintum Decimum” con il quale i romani chiamavano l’antico municipio di Eclano. La cifra stilistica delle etichette della cantina - che conta su 16 ettari a vigneto per una produzione media di 50.000 bottiglie - è, manco a dirlo, di ineccepibile fattura e tecnicamente inappuntabile. Protagonisti assoluti sono i vitigni simbolo della Campania enoica: Falanghina, Greco, Fiano e Aglianico, declinati prevalentemente sotto le relative denominazioni.
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