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RAPPORTO DELOITTE FINANCIAL ADVISORY SERVICES: LE PMI DEL VINO DEVONO AGGREGARSI

Italia
Deloitte: le cantine italiane devono aggregrasi

Le aziende vinicole medio-piccole potrebbero avviare processi di aggregazione per ottenere economie di scala o altri vantaggi dimensionali. Lo ha sottolineato Deloitte financial advisory services (Dfas), in un rapporto sul tema “Il settore vinicolo e i bilanci del vino made in Italy”, presentato per Vinitaly ed elaborato su 48 società italiane, rappresentative del 30% circa del valore del mercato nel 2002.

L’alternativa all’m%a (merger&acquisition), ossia fusioni e acquisizioni, per queste società è rappresentata dalla riduzione dei costi attraverso la gestione dei rapporti con la distribuzione. Le aziende grandi (con un fatturato superiore a 50 milioni di euro) dovrebbero invece investire maggiormente in marketing e comunicazione per far percepire meglio la differenziazione qualitativa del prodotto, in un contesto caratterizzato da maggiore competitività sia sul mercato domestico sia su quello internazionale, per effetto dell’arrivo di nuovi produttori, come Usa, Sudafrica e Australia.

Le 48 aziende vinicole del campione della ricerca Deloitte, nel 2002, hanno conseguito un fatturato di 2,497 miliardi (+10,5% a/a), un ebitda di 276,2 milioni (+6,3% a/a), un ebit di 162,6 milioni (+3,5% a/a) e un utile netto di 85,8 milioni (+19,5% a/a). L’ebitda margin è sceso dall’11,5% del 2001 all’11,1% del 2002, allo stesso modo l’ebit margin è calato dal 7 al 6,5%. La posizione finanziaria netta dell’aggregato a fine 2002 era negativa per 775,2 milioni (-761,8 milioni nel 2001), mentre il capitale circolante netto era aumentato del 3,3% (a/a) a 684,4 milioni.
Considerato il roe medio del 7,9% e la discreta redditività operativa, Deloitte ritiene possibile per queste società un maggiore ricorso alla leva finanziaria anche attraverso forme innovative. L’alternativa è rappresentata dall’apertura del capitale e investitori finanziari.

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