I 20 ettari nel Barolo dell’azienda Roberto Sarotto si dividono fra quelli di Barolo e quelli di San Ponzio Novello (zona Bergera-Pezzole e Pallaretta). Da qui arrivano le uve del vino oggetto del nostro assaggio. La versione 2019 del Barolo Bergera-Pezzole Briccobergera profuma di rosa appassita e sottobosco con tocchi affumicati a rifinitura. In bocca il sorso è succoso e ricco, dai tannini fitti e incisivi, che marcano anche il finale ampio e dai ritorni speziati ed affumicati. L’azienda dei Sarotto comincia la sua storia nel 1820, quando Giuseppe Sarotto si trasferisce da Barbaresco a Neviglie e iniziare l'attività vitivinicola, soprattutto producendo Dolcetto. A Giuseppe succedono il figlio Giovanni e il nipote Luigi Giovanni, che proseguono l’attività della cantina. Negli anni Quaranta del secolo scorso, l’azienda rischia l’estinzione, scongiurata dal lavoro di Angelo Sarotto, che rilancia la produzione aziendale, attraverso Moscato, Freisa e Barbera. Negli anni Novanta, con suo figlio Roberto Sarotto - arriva la svolta, attraverso l’allargamento della proprietà nel Barbaresco e l’acquisto dei vigneti nel Barolo e poi a Gavi, inserendo anche altre varietà come l’Arneis, lo Chardonnay, il Brachetto e il Cabernet Sauvignon. Oggi, sono 85 gli ettari complessivi a vigneto, che insieme a due cantine, un museo, un punto vendita, camere e ristorante, formano una solida realtà di Langa.
(fp)
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