Il bresciano Alberto Tanzini, ex consulente finanziario, da un po' imprenditore viticolo a tempo pieno, ha una idea molto chiara del Morellino di Scansano, ovvero che ne esistono tanti quanti sono i terreni vocati su cui coltivare il Sangiovese di Maremma. È nato così il progetto Morello, una mappatura di cinque zone di produzione che hanno origini geologiche, altitudini, esposizioni, età differenti delle vigne, tipologie di terreni e diversi cloni impiantati. In questo modo, il proprietario di Roccapesta dichiara due amori: uno per il territorio di Scansano, l'altro per l'uva Sangiovese che descrive come meravigliosamente plastica. E non bisogna necessariamente pensare al frutto toscano se parliamo di quest'uva. Il Vigna Liuzza infatti, il vino che abbiamo scelto, vede entrare in campo anche cloni romagnoli e marchigiani. C'è una parte più vecchia che risale invece agli anni Ottanta. All'assaggio è un Morellino “nuovo” o meglio non caldo e rustico come sono spesso i vini di questa zona. Anzi, colpisce per la grana fine, per il tannino sapido, per l'assenza di scaldata alcolica. Una beva raffinata che pure non rinuncia a un cuore terragno. Il passo lungo di questo calice molto deve all'annata 2021 che, se pur calda come tutte le ultime, ha visto una pioggia importante a settembre che ha reso più lenta e ottimale la maturazione. È un vino che fa legno grande nella fase fermentativa e di maturazione.
(Francesca Ciancio)
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