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Roma, 5 novembre 2004: questo l'intervento del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nell'incontro al Quirinale con i maggiori rappresentanti del settore enologico italiano

Ecco di seguito l'intervento tenuto il 5 novembre 2004 dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nell’incontro al Quirinale con i maggiori rappresentanti del settore enologico italiano:

Signor Ministro, Cari Maestri del vino italiano,
ho riascoltato con piacere, dalle vostre parole, una delle storie più straordinarie della economia italiana. Un prodotto nel quale eravamo presenti, da sempre, in grandi quantità ma con modesta valorizzazione qualitativa, è stato reinventato nei contenuti e nell'immagine, acquistando una indiscussa supremazia in mercati chiave. Ciò è stato possibile per il coraggio e l'intraprendenza di tanti produttori - cooperative e imprenditori - e anche per aver saputo creare un piccolo esercito di "maestri del vino", di enologi, esperti e colti, che hanno saputo innovare, inventare sulla base di sapienze secolari, diffondendole sul territorio. Ho accolto con sincero interesse la vostra richiesta di incontro.
Il vino è oggi un tassello centrale del made in Italy nel mondo, e del settore agroalimentare, in Italia. Esso ha saputo puntare sul giusto equilibrio tra qualità e quantità, elevando incredibilmente il livello medio, e conservando quote di mercato di tutto rispetto. Oggi, anche voi, sentite il rumore delle onde di nuove schiere di concorrenti, che si affacciano agguerriti sul mercato, mutuando spesso la loro immagine dai nostri prodotti, e traendo beneficio da dimensioni d'impresa, che, come avete osservato, consentono loro di entrare nella grande distribuzione e nelle catene di alberghi e ristorazione, con offerta di buona qualità e blocchi di grandi quantità.
Come affrontare questa nuova sfida? Il vino italiano resta in una buona posizione strategica. Sta a voi scegliere la strategia più appropriata per difendere le quote di mercato. E' una valutazione che deve tenere conto di elementi diversi, quali l'entità dei prodotti che giacciono nelle cantine, le difficoltà e il costo di riconquistare buoni clienti una volta perduti. Il vostro Presidente (il riferimento è al presidente degli enologi, ndr) ha lamentato la piccola dimensione media delle nostre imprese, al confronto di giganti di nuovi paesi come Australia, Cile e Sud Africa.
Il mio consiglio è: consorziatevi tra voi per la commercializzazione del prodotto! Certo, se alcune imprese riusciranno ad assumere dimensioni maggiori sarà un fatto positivo, ma non dimentichiamo che la piccola dimensione è un presidio a tutela dell'ambiente, della qualità eccezionale del nostro territorio e del prodotto. In questo senso è un bene da non perdere.
Spero che negli anni prossimi vedremo gli ettari coltivati a vigneto crescere; quello di cui sono certo è che crescerà il turismo enologico. Il suo sviluppo è senza dubbio da sostenere, perché è un modo di promuovere non solo un singolo prodotto, ma un intero stile di vita, legato alla bellezza della nostra Italia, alla sua ricchezza artistica, alla sua civiltà, di cui è parte la cultura dell'alimentazione.
Cari Maestri del vino, voi date fiducia di saper continuare e arricchire una gloriosa tradizione e di saper tracciare la strada seguendo la quale i prodotti italiani possono raccogliere ancor più lusinghieri successi. Nessun nuovo concorrente al mondo potrà copiarci la nostra fantasia, la nostra capacità di suscitare simpatia e consenso con la qualità e il nostro stile di vita.
Brindiamo insieme ai successi del vino italiano!

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