Immersa nel verde, l’azienda della famiglia Rapuzzi, fondata nel 1970, oltre a esser stata la prima ad aver adottato in vigna un’agricoltura a basso impatto ambientale, è stata l’artefice del rilancio dello Schioppetino già 25 anni fa. Furono Paolo e Dina Rapuzzi gli artefici della rinascita della cultivar nativa dei colli di Cialla e nota sin dal Medioevo come Sclopetìn o Ribolla Nera. Longevità del vino e certezza del plusvalore della biodiversità, coccolata in questo anfiteatro green, sono certezze trasmesse poi ai figli - nati in vigna - Ivan e Pierpaolo. Ed è l’insieme dell’ecosistema a esser vissuto qui come risorsa fondamentale, con le viti protette come vere risorse del pianeta, preziose contributrici al disegno d’un habitat sostenibile. Una realtà variegata dipingendo i 26 ettari di proprietà con i colori della Ribolla, del Friulano, del Verduzzo, del Pignolo e Refosco, protagonista stavolta in versione rosé. Quello di Cialla non è un semplice rosato, ma l’incarnazione di un’analisi del potenziale di uva e vigna materna: piccola, nota come Cernetig (meno d’un ettaro), in cui piante di 40 anni modulano la loro energia in un sorso contemporaneo e fedele allo skill dell’uva. Il Rosé al naso intriga per gli aromi un po’ agrumati, un po’ minerali, con frutti rossi poi in primo piano e la seduttiva cornice d’un singolare tono visivo rosa cipria, brillante, elegante e luminoso.
(Antonio Paolini)
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