Frédéric Panaïotis, chef de cave di questo millesimo, è stato in Ruinart dal 2007 fino alla sua prematura scomparsa nel giugno 2025. Capace di preservare freschezza aromatica ed eleganza nei vini della più antica Maison de Champagne fondata nel 1729, con la sua grande sensibilità ambientale, ha richiamato l’attenzione sull’impatto del riscaldamento globale, che in Champagne mette a rischio la complessità dei vini. E lo ha fatto con la sua ultima creazione, il Blanc Singulier: 80% di vini dell’annata e 20% di riserva perpetua della cuvée, conservati al 50% in botti e acciaio. La Maison merita una visita non solo per le maestose cave di gesso gallo-romane (crayères) scavate sotto Reims, acquistate nel 1768, ma anche per l’esposizione di opere d’arte “Conversations with Nature” e per il padiglione in pietra e vetro dell’architetto giapponese Sou Fujimoto circondato da un giardino con sculture. Prodotta dal 1959 solo da Grands Crus in grandi annate, la cuvée Dom Ruinart Rosé 2009 - Chardonnay 85% e Pinot Nero 15% vinificato in rosso, dosaggio 4 g/L - ha riposato 10 anni nelle crayères. È frutto di un’estate “perfetta” in Champagne, secondo Panaïotis. Color rosa tenue con sfumature lampone, perlage finissimo. Al naso freschezza d’arancia rossa, dolcezza di spezie e fiori, chiusura “marina”, che si ritrova al sorso, che è carezzevole pur con punte di freschezza acida da fruttini rossi. Lunghissimo.
(Clementina Palese)
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