Salcheto, guidata da Michele Manelli, ha costruito molta parte del suo progetto enologico su scelte senza compromessi, soprattutto in fatto di rispetto e sostenibilità dell’ambiente, con realizzazioni che sono diventate modello per la costruzione di aziende finalmente più rispettose dell’essenza stessa della loro esistenza. Una strada non priva di rischi e di criticità, che sembra però dare ragione in pieno all’azienda con sede nei pressi di Sant’Albino, nella parte meridionale della denominazione del Nobile di Montepulciano, che ha operato strategicamente in questo percorso anche in tempi in cui l’ambiente non era certo il protagonista dell’agenda delle imprese vitivinicole. Oggi la cantina conta su 50 ettari a vigneto in biologico per una produzione media di 350.000 bottiglie, capaci di esprimere una costanza qualitativa ormai consolidata, accanto ad una cifra stilistica centrata che non tradisce mai il proprio territorio d’origine. Ne è un buon esempio il Nobile di Montepulciano 2017, sintesi tra complessità aromatico-gustativa e piacevolezza di beva. Ottenuto da un’annata calda, ma sappiamo che l’areale poliziano dà probabilmente il meglio di sé in condizioni del genere, è rosso fragrante e privo di qualsiasi pesantezza. I profumi passano da cenni ferrosi a lampi di frutta matura, con spezie a rifinitura. In bocca, il sorso è solido, agile e ben contrastato, dotato di bella energia.
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