Il Nobile Vecchie Viti del Salco 2019, maturato per 24 mesi per il 50% in botte grande e per l’altro 50% in tonneau, profuma di amarena, erbe aromatiche e radici, con cenni affumicati e balsamici. In bocca il sorso è ben profilato, la progressione ritmata e il finale è ampio e dai ritorni fruttati. Salcheto, con base nei pressi della futura “Pieve” Sant’Albino, è un progetto che coglie il giusto rapporto tra uomo e natura nella produzione vitivinicola contemporanea. La prima vendemmia “off-grid” è quella del 2011 ed è figlia di una sperimentazione lunga 15 anni, che ha staccato l’azienda dalla rete energetica, facendone una realtà autosufficiente, capace di realizzare la prima bottiglia di vino europea ottenuta con la certificazione della sua “Carbon Footprint”. Salcheto ha saputo costruire un’organizzazione aziendale che rappresenta un modello di efficienza sul fronte della sostenibilità, dove nulla è lasciato al caso e anche il vigneto, che si estende per 58 ettari, viene gestito secondo parametri di salvaguardia ambientale, a partire dalla certificazione biologica. Una cantina che merita una visita per questo incredibile lavoro (a partire dal ristorante aziendale “Indigeno”), capace di trovare un atto sostenibile anche là dove proprio non te lo aspetteresti, sempre agganciata alla solida e affidabile costanza qualitativa in bottiglia, spalmata su una produzione complessiva di 420.000 bottiglie.
(fp)
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