Ha una scorrevolezza ispida e balsamica molto piacevole l’Amarone della Valpolicella Save the Land 2018 di SalvaTerra. Un vino che sa di piccoli frutti di bosco, di bucce di agrumi, di spezie dolci e di balsami marini; che scorre fresco in bocca, leggermente amaricante e di nuovo balsamico e fruttato in chiusura. Un vino che ha preso in parola il nome della cantina per dare origine (insieme all’omonimo Valpolicella Ripasso) ad una piccola linea di vini pensata interamente per misurare quanto si possa diminuire l’impatto ambientale della produzione di una bottiglia di vino. Non sono certo i primi (la corsa alla messa in pratica di buone prassi per salvaguardare il nostro eco-sistema è - per fortuna - ormai un percorso obbligato per qualsiasi realtà produttiva, che vive il proprio tempo con consapevolezza e responsabilità), ma il contributo di tutti è essenziale e SalvaTerra non si è tirata indietro: il vino è biologico, l’etichetta è di carta riciclata e riciclabile così come il vetro, mentre il tappo è una polimerizzazione della canna da zucchero, prodotto con impronta di carbonio pari a zero. Accanto a Save The Land c’è la storica linea SalvaTerra e la linea Campocroce (che unisce la produzione in Valpolicella orientale): circa 100.000 bottiglie che rappresentano la selezione di una produzione molto più ampia, confluita l’anno scorso nel gruppo commerciale Veraison, per acquisire competitività a livello mondiale.
(ns)
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024