Davanti, le colline della Val d'Orcia; dietro, il bosco di querce e lecci, oltre il quale prende forma il celebre crinale che da Biondi Santi porta fino a Terra al Sole; a destra, maestosa, l'Amiata. Da questo celato poggio nasce il vino della Cerbaiola (etimologicamente piccola quercia o piccolo cervo o luogo di erbe), che se si dovesse immaginare figurativamente, assomiglierebbe ad una persona longilinea, elegante nei modi e nelle parole con cui si dispiega. Persona che cambia indumenti a seconda dell'annata: certe volte più sobria, altre più eccentrica o colorata, ma sempre distinta e aggraziata. La 2017, ad esempio, sarebbe vestita di velluto viola - per rimarcare i profumi e i sapori di quei piccoli fiori e della frutta matura - con qualche accessorio luminoso a contrasto, che rimanda all'acidità ancora ribelle e al nervo vegetale e ammandorlato, che accompagna tutto il sorso e ne rinfresca il lato dolce. Questa riconoscibilità dei vini della famiglia Salvioni, deriva anche dal semplice fatto di provenire da 4 ettari di vigna tutti raccolti attorno a quel poggio, circondati dal bosco e battuti da costante vento, che provenga dall'Amiata, che sia lo scirocco dal mare o la tramontana dall'appennino; un perimetro fortunato, che non conosce ristagni di umidità e che Giulio Salvioni, Mirella e i figli Alessia e Davide curano con rigore; lo stesso con cui aderiscono - fieri - alla loro denominazione.
(ns)
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