Quando Giuseppe Pagano, per tutti Peppino, si mette in testa una cosa - non c’è santo che tenga - deve farla. E anche se il Cilento non è terra di spumanti, lui ne ha prodotto uno. Ha scelto un’uva autoctona, l’Aglianico, «vitigno straordinario - dice l’imprenditore agricolo - eclettico e versatile. Raccogliamo i grappoli a metà agosto, quando la sua naturale acidità è altissima. Pigiamo poco per evitare che il tannino sia troppo invasivo. Riusciamo a fare 40 litri di base spumante con cento chili d’uva. Una resa molto bassa, ma ho prodotto il Metodo Classico che volevo». Nasce così il Gioì, Spumante Brut Rosé Millesimato, 30 mesi sui lieviti, la prima annata nel 2011: porta il nome di un momento di festa. «Temevo non fosse buono - confessa Pagano - così ho fatto decorare la capsula all’interno, per fare diventare le mie bottiglie ambite dai collezionisti». San Salvatore 1988 comprende 42 ettari di vigneto, tutti nel parco del Cilento. Si arriva fino a 600 metri d’altezza. L’azienda ha anche un allevamento con oltre 750 capi di bufale, uliveti e un ristorante stellato. «All’inizio l’allevamento di bufale ci ha aiutato a finanziare la buona gestione della vigna» racconta Peppino. Al naso lo spumante presenta sentori di crosta di pane, frutti di bosco e melograno maturo, al palato è setoso, minerale ed elegante. È ottimo d’aperitivo, con frutti di mare e verdure. Assaggiato con la mozzarella di bufala.
(Fiammetta Mussio)
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