Sono oltre 17 milioni le bottiglie che produce mediamente all’anno il Gruppo Santa Margherita, di cui esporta l’82% verso 87 mercati diversi. Le referenze in realtà non sono quante ci si aspetterebbe (provenienti dalla Val d’Adige, il Veneto Orientale e il Conegliano Valdobbiadene): nemmeno 20, concentrate soprattutto intorno al Prosecco di Valdobbiadene e al Pinot Grigio, due tipologie di vino di cui si appassionò in tempi non sospetti il fondatore Gaetano Marzotto. Santa Margherita nasce a Portogruaro nel 1935 e il suo primo Prosecco viene prodotto nel 1952, grazie alla collaborazione di diversi coltivatori del Conegliano Valdobbiadene; il vero investimento diretto dell’azienda sul territorio arriva però nel 2011, con la Tenuta di Refrontolo. I 18,5 ettari qui coltivati sono gli unici a conduzione biologica della cantina (che si aggiungono agli altri 116 dell’azienda) e sono la base da cui si producono poco oltre 1,7 milioni di bottiglie all’anno. I vigneti raggiungono i 250 metri di altezza e poggiano su suolo morenicao e argilloso, con roccia conglomerata friabile. Dopo una pressatura a grappolo intero e un affinamento sulle fecce fini di qualche settimana dopo la seconda fermentazione in autoclave orizzontale, il Prosecco Superiore Rive di Refrontolo 2024 profuma di pietra focaia, albedo ed erbe di campo, pesca e pera bianca: il sorso è dolce e cremoso, dalla sapidità aderente e dal finale agrumato.
(ns)
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