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Scienza, cultura, arte, economia, responsabilità sociale: il vino è tutto questo, e tanto altro. I mille volti di Bacco nel Congresso Assoenologi, con Letizia Moratti, Vittorio Sgarbi, Luisa Todini, Giovanni Allevi ed i parlamentari Sani e Stefàno

L’enologo oggi deve muoversi tra scienza, passione e cultura: “la prima è fondamentale per fronteggiare le sfide che ogni epoca ci pone davanti, come il cambiamento climatico, la seconda e la terza perché nessuno, meglio di un enologo che il vino lo produce, può raccontarlo, comunicarlo, e attingere da tanti ambiti nel suo lavoro quotidiano, che non è più solo in cantina, ma anche in vigna, nella comunicazione e nel mercato”. Così Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi, alla fine del Congresso andato in scena a Verona (www.assoenologi.it) che, dominato da tematiche scientifiche (con i nomi top della ricerca di Italia, Francia, Germania e Stati Uniti), si è chiuso all’insegna dei valori etici, artistici e culturali del vino.
Tra l’esperienza di San Patrignano nel recupero dei tossicodipendenti anche attraverso la viticoltura (e l’agricoltura), “che oltre a dare vita a vini eccellenti, anche grazie al supporto di Riccardo Cotarella, insegna ai ragazzi il senso della costruzione nel tempo e della cura, perchè la vite e il vino richiedono questo, da il senso della motivazione, di uno stile di vita finalizzato a qualcosa di bello e di positivo, come del resto fa tutta la parte agricola di SanPa”, ha raccontato Letizia Moratti, che insieme al marito Gian Marco Moratti (oltre a produrre vino nell’Oltrepò Pavese, con Castello di Cigognola), sostiene la comunità fondata da Vincenzo Muccioli.
Passando per chi ha la convinzione che il vino, e la sua cultura a 360 gradi, vadano insegnate nelle scuole. E non solo negli istituti tecnici o alberghieri, in maniera più importante di quanto accade adesso, come prevede il disegno di legge del presidente della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati, Luca Sani. Ma anche nelle “scuole primarie del nostro Paese, perchè dobbiamo riappropriarci dell’orgoglio che il vino rappresenta per l’Italia - ha detto il promotore di un altro disegno di legge mirato, il senatore Dario Stefàno - partendo dalla consapevolezza che la viticoltura è l’unico tipo di agricoltura che unisce tutta Italia, che è il vino è l’unico prodotto che la racconta tutta, e che non c’è pagina storica, economica, culturale o sociale del nostro Paese che non sia in qualche modo “bagnata” dal vino”. Percorso non semplice, ma meno impervio se, come hanno detto tra le righe Sani e Stefàno, invitati Bruno Vespa, mattatore del Congresso Assoenologi, giornalista e produttore di vino in Puglia (con Futura 14), i due disegni di leggi si fondessero in uno solo per avere più forza. Anche perchè l’attenzione delle istituzioni al settore non è stata mai alta come negli ultimi anni, come è stato ricordato nel Congresso, nella visita del Ministro delle Politiche Agricole. E come testimonia, tra le altre cose, la fresca nomina come Cavaliere del Lavoro della Repubblica per Sandro Boscaini, presidente di Federvini (e alla guida di Masi Agricola), sul palco, insieme al dg di Veronafiere, Giovanni Mantovani.
“Abbiamo fatto tanto sui mercati internazionali, anche grazie al lavoro degli enologi - ha detto Boscaini - ma possiamo fare ancora tanto, soprattutto per far crescere la remunerazione dei nostri vini, che va redistribuita su una filiera che è grande e complessa. E in questo sforzo la promozione è fondamentale, ma abbiamo il supporto della fiera del vino più importante del mondo, che è Vinitaly”. “Vinitaly che è cresciuto tanto in questi 50 anni appena festeggiati - ha ricordato Mantovani - anche grazie ad Assoenologi, con la quale abbiamo camminato sempre insieme. Ma per crescere ancora serve la consapevolezza dell’importanza del fare squadra, che raramente c’è stata in Italia, ma credo che questo stia cambiando anche nel nostro Paese. Siamo leader in alcuni mercati, come Stati Uniti o Germania, deboli in altri, come l’Asia, dove si può giocare solo come sistema Paese. ed è questo il messaggio che abbiamo voluto lanciare anche a Vinitaly”.
Vinitaly, che come detto, ha celebrato i suoi 50 anni, in un 2016 che ha visto Assoenologi festeggiarne 125, “sanciti” anche dall’annullo filatelico che nel Congresso di Verona è stato concretizzato dalla presidente di Poste Italiane, Luisa Todini, celebre imprenditrice di origine umbra: “le vigne e la terra fanno parte della mia vita e della mia infanzia - ha detto - grazie al lavoro di mio padre, che negli anni Novanta, con l’azienda di famiglia, ha riscoperto il Grechetto, lo ha studiato, ci ha investito e ha praticamente “regalato” al territorio la Doc Colle Martani”. Vino che è soprattutto passione, ma anche impresa, perché bisogna fare profitto per poter reinvestire nelle aziende e nei territori”.
Ma, in ogni caso, il vino, nelle sue valenze materiali, religiose, simboliche e non solo, è presente da sempre, nella vita dell’uomo, e anche nelle arti. Come ha raccontato il celebre critico Vittorio Sgarbi che, dopo aver confessato di bere pressoché solo Lambrusco (“se al ristorante non ce l’hanno me ne vado”, ha scherzato), condotto un viaggio nelle arti di ogni epoca, dall’antico Egitto a Caravaggio, da Carracci a Pontormo, da Guido Reni a Paul Cezanne, da Philippe Mercier a Pietro Longhi, da Jan Vermeer a Depero, solo per citare alcuni nomi, che nelle loro opere hanno ritratto il vino “non per esaltarlo in quanto tale, ma perchè il vino è da sempre nella vita dell’uomo, al punto che si può dire che non c’è uomo senza vino”, ha detto Sgarbi, “Cicerone” di un viaggio per immagini tra pittura sacra e profana, allegorie, simbologie pagane, erotiche, scene di vita quotidiana di nobili e popolani, lungo diverse epoche, culture e latitudini. “E dico di più - ha detto il celebre critico - in un’epoca in cui tutto della vita umana e della società continua a declinare ed a peggiorare, il vino è l’unica cosa che, da sempre, continua a migliorare. E per questo motivo io verso questo prodotto e chi lo realizza provo un profondo rispetto”.
Tanti spunti “da, sul e intorno” al vino sui quali riflettere, dunque. Accompagnati, magari, come avvenuto a fine Congresso, dalla musica di uno degli artisti italiani più apprezzati degli ultimi anni nel mondo, il pianista e compositore Giovanni Allevi. Sulle quali il presidente Assoenologi, Riccardo Cotarella ha dato appuntamento nel 2017, in Toscana, in ricordo dell’enologo Giacomo Tachis, e nel 2018 in Friuli Venezia Giulia.

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