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SEMINARIO MASI (VERONA, 9 APRILE): PASSA PER LA VALORIZZAZIONE DEI VITIGNI TRADIZIONALI E DAL LORO LEGAME COL TERRITORIO LA SFIDA ITALIANA AI VINI DEL NUOVO MONDO

Italia
Sandro Boscaini, proprietario della Masi

Passa per la valorizzazione dei vitigni tradizionali e dal loro legame col territorio la sfida italiana ai vini del Nuovo Mondo: ne è convinto il Gruppo Tecnico Masi che ha focalizzato sulle uve autoctone delle Venezie l’annuale seminario (edizione n. 18), in calendario al Vinitaly di Verona, il 9 aprile (ore 10,30).

“In un mercato sempre più globale - spiega Sandro Boscaini, presidente di Masi - attento alla qualità dei prodotti e al loro rapporto con il prezzo, vedo la coesistenza di due concezioni enologiche, che rappresentano altrettanti modi di intendere il vino. Non c’è dubbio che, sul piano della qualità puramente tecnica, il “Nuovo Mondo” ha le sue risorse più interessanti: abbondante disponibilità dei fattori di produzione, costi ridotti e utilizzo di tecnologie d’avanguardia. Il “Vecchio Mondo”, dal canto suo, può invece vantare un concetto qualitativo più ampio e profondo, in cui ai valori puramente tecnici si aggiunge il pathos proveniente da una lunga storia di radicamento culturale e la conseguente precisa personalità territoriale dei vini. Questo è il fattore competitivo che deve essere preservato, esaltato e ben comunicato”.

Un paradigma teorico chiaro, sul quale si inseriscono le argomentazioni e gli approfondimenti dei tecnici che hanno lavorato al progetto. Secondo il dottor Lanfranco Baronetto del Gruppo Tecnico Masi e il professor Attilio Scienza dell’Università di Milano “elemento fondante della ricerca è il concetto di biodiversità come patrimonio originario delle differenti zone. Ciò significa studiare e mettere a frutto le innumerevoli varietà autoctone che costituiscono la base dell’identità e della riconoscibilità di un territorio, come quello delle Venezie, che vanta un patrimonio ampelografico estremamente ricco”.

Il seminario segna un ulteriore passo avanti nelle ricerche che il Gruppo Masi dedica allo studio e all’utilizzo del patrimonio colturale; ricerche che hanno portato al recupero dell’Oseleta e, grazie alla fruttuosa collaborazione con l’Università di Milano, alla gestione di un campo di conservazione varietale, oltre a sperimentazioni di cantina e di laboratorio che hanno per oggetto decine di varietà, la loro storia passata e le ragioni di un loro potenziale utilizzo. Saranno anche presentati, nel seminario, alcuni esempi significativi di microvinificazioni da uve autoctone, scelte per la loro tipicità ed esplicative di un modo peculiare di produrre, gustare e intendere il vino.

Antonio Boco

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