Quando si dice dei casi della vita. Ci sarebbe voluto un piemontese, infatti, per tirare fuori il meglio da un’uva radicata fra Umbria e Alto Lazio, ma sulla quale s’erano dormiti sonni fin troppo tranquilli. Un’attenzione estrema posta nei confronti di un vitigno capace di longevità impressionante, il Grechetto, per il quale Sergio Mottura ha mostrato fin da ragazzo particolare sensibilità: una volta dovuta riorganizzare la tenuta che la famiglia aveva acquistato nel Viterbese, dopo che uno zio paterno s’era innamorato di questo spicchio di terra in cui già si coglie un po’ d’aria toscana. Da anni anche i figli del Nostro sono impegnati nell’attività, che ha allargato il suo giro d’orizzonte con l’apertura di una deliziosa struttura ricettiva nel centro della storica Civitella d’Agliano: in ogni caso, è ovviamente con l’azienda vinicola che Mottura s’è dimostrato un apripista per i giovani produttori del territorio che hanno seguito la sua strada. Nei vigneti posti sulle colline sotto Civitella anche Chardonnay, Pinot Nero o Syrah: ma i risultati ottenuti dal Poggio della Costa, altro Grechetto, e soprattutto da questo Latour sono un punto fermo consolidato. Piante di oltre trentacinque anni, con passaggio in barrique, per un risultato di classe: fiori bianchi, mela, agrumi e nocciola al naso, seguiti da un assaggio solido, variegato, complesso, persistente ed elegante.
(Fabio Turchetti)
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