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EDITORIALE

Sfide e conferme

Per alcuni Bolgheri è come un pezzo di Gironda nel Bel Paese, per altri è come un proseguimento della Napa Valley in terra italica, per altri ancora l’ultimo lembo di Toscana dove il regno del “Supertuscan” è ancora incontrastato. Comunque la si pensi, però, resta il fatto che i Bolgheri Doc conservano il loro primato tra i vini a denominazione del Granducato, per vendite e appeal. Un successo favorito dalla compattezza dell’areale, dalla presenza di un numero non elevato di realtà produttive e da una loro bassa conflittualità, che tradotto significa la coincidenza degli interessi tra le grandi e le piccole cantine della zona. Ci sono, però, sfide e criticità sempre in agguato. E toccherà al “triunvirato in rosa”, presidente Albiera Antinori e vice Priscilla Incisa della Rocchetta e Cinzia Merli, cercare di contrastarle. Dai tentativi di commercializzazione di fake wine più o meno riusciti delle etichette di punta del bolgherese, alla minaccia costante del cosiddetto “Italian Sounding”, che prende di mira, evidentemente, i marchi più importanti (recente la battaglia del Consorzio Bolgheri Doc contro l’ungherese “Bolgarè”, approdata perfino a Bruxelles). Ma anche complessità più difficili da dipanare: dal global warming particolarmente minaccioso per una zona di produzione già tendenzialmente calda, alle conseguenze - ancora tutte da decifrare - che la pandemia targata Covid-19, purtroppo, porterà con sé. Uno scenario intricato dove le aziende di questo splendido pezzo di Maremma dovranno, paradossalmente, continuare “soltanto” a mantenere invariati i loro obiettivi.

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