L’azienda di Alessio Federico Grasso, attiva dal 1927, offre un quadro dettagliato e nitido della evoluzione viticola del paese e della viticoltura della Morra, paese con il numero maggiore di ettari vitati di tutta la zona del Barolo, più di 500 in totale. Un numero impressionante, ma il successo attuale di questo Barolo non riflette bene le traversie e i problemi a cui il Comune e stato sottoposto, tutti riassunti nella storia di questa fattoria. Si comincia nel 1927 e continua con il patriarca Silvio, che passava poi la mano al figlio Alessio Federico; lui, con molto coraggio, decide di imbottigliare la produzione intera negli anni ottanta. All’epoca, il vino della Morra, meno tradizionale di altri Barolo, non era molto richiesto e era la frutta la fonte significativa di entrate. Più morbido, più fine e fragrante, questo tipo di Nebbiolo ha trovato i suoi ammiratori negli anni Novanta e nel nuovo millennio grazie al lavoro, fra l’altro, della famiglia del titolare, ora coadiuvato dai due figli. Fermentazioni moderate, impiego mirato dei legni, morbidezza ed eleganza – queste sono le chiavi del nuovo stile di lavorazione e i vini hanno trovato una clientela ben disposta e pronta a comprare. I cru sono diversi, la maggioranza affinata in barrique; c’è anche un Barolo più classico invecchiato in botte, ma la gamma è sempre capeggiata dal succulento Bricco Manzoni, regolarmente un'ottima bottiglia.
(Daniel Thomases)
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