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SOLTANTO IL 7% DEI GIOVANI BEVE IL VINO, LA BEVANDA PREFERITA SONO GLI “ALCOLPOPS”

Il vino? Non è certo il motivo degli abusi di alcol da parte dei giovani. I dati parlano chiaro. A metterlo in luce è una indagine Ismea-AcNielsen sui consumi extradomestici che evidenzia come, nel 2004, due terzi dei giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni (65,3%) per gli spuntini, aperitivi e soprattutto nei dopocena fuori casa si è recato nei bar, mentre solo il 7% ha scelto come luogo di consumo le enoteche e i wine bar. La stessa ricerca dimostra come nei consumi fuori casa, in momenti diversi dai tradizionali pasti, i giovani subito dopo gli analcolici (27%) scelgono gli alcolici di diversa natura (21%), la birra (16%) e per ultimo il vino (7,3%). Così Coldiretti e Città del vino hanno avviato oggi la loro campagna informativa “Conoscere il vino fa bene alla salute” diretta a promuovere la conoscenza e la degustazione consapevole del vino e combattere il consumo sregolato di alcol nelle giovani generazioni. Proprio tra i giovani, infatti, è ormai allarme per la diffusione di cocktail, superalcolici e “alcolpops”, bibite che contengono vodka e rum mascherate da innocui analcolici “ready to drink”. L' iniziativa arriva in occasione della giornata nazionale di educazione sul consumo di alcol, con una lezione di sommelier e nutrizionisti a decine di studenti delle scuole superiori. Un progetto che punta a promuovere con responsabilità modelli di consumo positivi, in occasione dell' avvio della campagna informativa nazionale annunciata dal ministero della Salute per contrastare l' abuso di alcol tra i giovani. Quella di assaporare il vino è un' arte - hanno spiegato i “docenti” - è l'espressione di uno stile di vita lento, attento all'equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi e si contrappone totalmente ai comportamenti a rischio che sono alla base degli “happy hour”, l'ora dell'aperitivo in tutta fretta a base di bevande alcoliche e stuzzichini, dei “binge drinking”, il bere fino a ubriacarsi o degli “alcolpops”, promossi con un' immagine di divertimento e socializzazione, che quasi obbliga a continuare a bere.
Il vino nella società moderna è diventato un prodotto espressione di equilibrio e riflessione sul quale far leva per combattere gli abusi, anche perché è culturalmente capace di attirare le nuove generazioni e di distoglierle dagli eccessi. Lo dimostra il fatto che, secondo i dati dell'Associazione Italiana Sommelier, su un totale di poco più di 30.000 iscritti, il 40% è costituito da giovani che sempre più si iscrivono ai corsi di formazione professionale per diventare sommelier. Un vero boom che sta per portare alla nascita, per la prima volta in Italia, di un corso di studi universitario che garantisca al sommelier le conoscenze di base divenute necessarie per esercitare una professione sempre più ambita. Si tratta di un comportamento confermato dall'ultimo rapporto 2004 del Centro Studi Fipe-Confcommercio realizzato per conto del Silb (Sindacato Italiano dei Locali da Ballo) nei bar di discoteche, night club e sale da ballo secondo il quale il consumo di vino in valore in questi locali è addirittura inferiore a quello dei succhi di frutta: la quota di fatturato da alcolici rappresenta il 30,6% del totale, del quale il volume d'affari generato dal vino è pari a circa un decimo (3,5%) addirittura più basso di quello generato dai succhi di frutta (6,2%).

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