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SONO SOLTANTO 1.200 LE AZIENDE CHE ESPORTANO VINO (SU UN TOTALE DI 800.000)

Sono solo 1.200 le aziende che esportano vino su un totale di 800.000. E per far fronte a questa lacuna “é necessario dotare le aziende di strumenti per conquistare nuovi mercati”. La proposta viene da AssoCamerEstero, secondo la quale le politiche del Governo e del Ministero per le Politiche Agricole e la costituzione di Enoteche d’Italia vanno nella giusta direzione per migliorare
questa presenza. “Fare sistema si può - afferma Pier Domenico Garrone, responsabile rapporti esterni di Enoteche d’Italia - a partire dal valorizzare ciò che funziona tra privato e pubblico, modello concreto sviluppato dalle Camere di Commercio italiane nel mondo; e in tal senso Enoteche d'Italia assicurerà, insieme a Buonitalia, il sostegno per migliorare le relazioni con i produttori e i consumatori”.

D’altra parte, il mondo del vino è preoccupato per i dati dei primi 11 mesi del 2003, diffusi dall’Ismea che dimostrano come si riducano del 16% le quantità di vino italiano esportate (12 milioni di ettolitri), con un calo in valore del 3%. Gli ultimi dati su 12 mesi, riferiti al 2002, dimostravano che l’Italia è il primo paese esportatore per quantità di vino, con 18 milioni di ettolitri l’anno, il 33% della produzione nazionale. La Francia, sempre nel 2002, ha raggiunto un valore di esportazioni di 3.802 milioni di dollari contro i 2.394 milioni dell’Italia. I principali mercati di riferimento rimangono: Germania, Regno Unito, Francia, Svizzera, Stati Uniti, Canada, Brasile e Sudafrica. Anche se la Germania viene considerata la patria della birra, il vino, con il 32,4% del totale, è la bevanda per la quale i tedeschi spendono di più. Forte è la produzione interna (il 47,8% del mercato) seguono i francesi (15,8%) e gli italiani (13,4%). L’Italia è seconda alla Francia anche nel Regno Unito, con un giro d’affari, nel 2000, di 162 milioni di sterline. I britannici apprezzano in particolar modo il Bardolino e il Sangiovese. Il vino italiano è concorrenziale anche in Francia, dove il nostro Paese è il primo fornitore in fatto di vini a denominazione d’origine.

Ma la tendenza in questi ultimi anni è al ribasso. Gli ettolitri importati, nel 2001, sono stati 2.404.963, con un calo del 26,8% sul 2000. Gusto, aroma e ampiezza della gamma sono i punti di forza del vino italiano secondo i consumatori francesi; scarsa notorietà e debolezza del marketing, invece, ne rappresentano il tallone d’Achille. Altro mercato di riferimento sono gli Usa: negli anni ‘90 il consumo di vino è aumentato dell’11%, arrivando a 2.138,76 milioni di litri nel 2000. E se ne sono avvantaggiati i produttori italiani, tanto che nel 2000 il 36,5% del vino importato arrivava dall’Italia.

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