Ottenuto da una selezione tra le partite dei vari vitigni a bacca bianca che lo compongono - Chardonnay, Pinot Grigio, Sauvignon e Pinot Bianco - provenienti da vecchi vigneti, ormai stabilmente impiegati per la realizzazione della cuvée, di età media tra i 25 e i 40 anni, l’Appius effettua la fermentazione alcolica e quella malolattica in legno (ad eccezione del Sauvignon) affinandosi successivamente in barrique e tonneau. La versione 2019 è vino complesso e di rara persistenza al naso, alternando sentori di frutta esotica in grande spolvero ma anche albicocca e agrumi, tocchi di erbe balsamiche, sbuffi floreali, gardenia e acacie e l'immancabile mineralità granitica. Elegante e possente al tempo stesso il sorso, spinto da una tumultuosa corrente acida ad avvolgere ed elevare il frutto in perfetta combinazione con la naturale sapidità. Lunghissimo il finale. Appius, il cui nome è radice storica e romana del nome Appiano, è nato dieci anni fa, con l’annata 2010, con l’intento di realizzare, anno dopo anno, un vino capace di rispecchiare il millesimo e di esprimere la sensibilità del suo autore, Hans Terzer. Anche il design della bottiglia e la sua etichetta vengono reinterpretati in ogni edizione, proponendo una vera e propria “wine collection”. L’etichetta della decima edizione di Appius incorona l’anniversario, a partire dall’emblematico numero 10, proposto in un’alternanza d’oro e platino.
(are)
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