Stefano Amerighi, è noto, ha saputo in un breve lasso di tempo diventare un protagonista significativo della Toscana enoica, con i suoi Syrah di grande personalità. Ma non solo. Ha sede a Trisungo, frazione del comune di Arquata del Tronto, il progetto enologico che lo vede ancora protagonista insieme a Maurizio Silvestri e Noè Angelucci, storico proprietario di una spettacolare vigna, poco più di 2.000 metri, coltivata a Pecorino di Arquata, ad 800 metri sul livello del mare. Nel 2013, quella vigna torna in piena produzione, con la gestione di Stefano e Maurizio, benché le piante siano vecchie e le rese basse. La vendemmia del 2013 regalerà 300 bottiglie, quella del 2014 solamente 150 a causa di un'annata complicata, vinificate in una cantina ricavata in un vecchio edificio di Trisungo. Nel 2014 Noè muore e con lui la memoria storica di quella vigna. Ma ci sono Stefano e Maurizio, che cercano di coinvolgere anche gli altri vignaioli della zona. Dal 2015, qualcuno inizia a vendere le uve, così la vendemmia di quell'anno arriva a produrre un po' più di un migliaio di bottiglie. Poi il terremoto del 2016. La cantina è inagibile, ma la vigna è rimasta intatta. Tutto si complica, però, la produzione viene spostata a Cortona nella cantina Amerighi, ma nessuno molla. Il Noè 2015 è un vino che affascina tra profumi affumicati e agrumati e una progressione gustativa sferzante e dritta.
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