Massifitti è una limpida ed elegante espressione del Trebbiano di Soave, un vitigno storico della zona ma quasi dimenticato a partire dagli anni Settanta - Ottanta. “Massifitti è frutto di una lunga ricerca da noi intrapresa alle radici di questa antica varietà per riscoprirne il carattere e l’identità” - hanno spiegato le sorelle Meri, Alessandra e Valentina Tessari presentando il vino a Roma presso il ristorante Da Etta a Trastevere. L’enologa della famiglia, Valentina, ha applicato uno studio svolto all’Università di Milano assieme al professor Attilio Scienza per il recupero di questo vitigno autoctono di cui si erano quasi perse le tracce, perché meno produttivo e più difficile da coltivare rispetto al “re” dei vitigni a bacca a bianca delle colline della Doc Soave: la Garganega. Il lavoro di recupero delle sorelle Tessari ha portato alla fine alla selezione di quattro genotipi che sono stati clonati e che hanno dato vita al primo vigneto di Trebbiano di Soave dell’azienda, il Massifitti, così chiamato per la presenza nel suolo di densi massi di basalto. Il vino presenta nel bicchiere un colore giallo paglierino brillante. All’olfatto, sentori di agrumi e spezie dolci si estendono su tonalità minerali e percezioni marine. Al palato è nitido e verticale, dove la vivace acidità si unisce ad una struttura elegante e cremosa, dal finale lungo e sapido. Si abbina bene a piatti a base di pesce, soprattutto crudo.
(Cristina Latessa)
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