L’Amarone Marne 180 richiama nel suo nome la tipologia dei suoli dove sono coltivati i vigneti in vari luoghi della Valpolicella e l’esposizione (sud-ovest) degli stessi. La versione 2018 trascorre 30 mesi in legno grande ad affinarsi e profuma di piccoli frutti rossi, freschi e in confettura, con tocchi di vaniglia e cenni affumicati. In bocca, il sorso è denso e compatto, dall’attacco caldo e dolce, dallo sviluppo articolato e dal finale ampio che ritorna sui frutti e le spezie. La conoscenza approfondita del territorio ha reso questa realtà un riferimento della Valpolicella e le sue etichette sono una sicurezza. In più, nel recente passato, c’è da aggiungere anche un cambio di passo stilistico, verso vini più raffinati e chiaro-scurali, dalla beva più agile. Un risultato che arriva da un lavoro rigoroso che l’azienda con sede a San Pietro in Cariano ha sviluppato intorno ai Cru di proprietà - “Monte Olmi”, “La Fabriseria” e, a Maternigo, “Anfiteatro”, “Bàrila” e “Impervio” - frutto della collaborazione con l’Università di Verona. Lunga è la tradizione produttiva della famiglia Tedeschi, almeno a partire dai primi anni Sessanta del secolo scorso, quando Lorenzo Tedeschi, anche con intuizioni pionieristiche, la fondò. Oggi, i suoi figli, Sabrina Antonietta e Riccardo, continuano a garantire un’eccellenza da primato, gestendo 48 ettari vitati da cui si ricava una produzione di 500.000 bottiglie.
(fp)
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