Tempa di Zoè è un progetto recente, nato intorno a quattro soci: Antonio Capaldo, Francesco Domini, Vincenzo D’Orta e Bruno De Conciliis, quattro protagonisti del vino campano, intenzionati a puntare (o a ripuntare) sul Cilento enoico. Già perché questo territorio benché non sia una novità assoluta, è certamente un luogo dove vitigni e vini possono trovare espressioni originali, non ancora messe in bottiglia. Il nome Tempa di Zoè fa riferimento alle “tempe”, ovvero le colline che si affacciano sul mare e che caratterizzano, da nord a sud, il Cilento, mentre "Zoè" è parola che in greco indica l'"essenza della vita". Le vigne dell'azienda, situate nel comune di Torchiara, si estendono su 5 ettari. Di questi una parte è vitata ad Aglianico, che serve per la produzione dello “Zero” e del "Diciotto", e un'altra allevata a Fiano per produrre l'Asterìas (in greco "stella marina"), oggetto del nostro assaggio. È un Fiano maturato in botti grandi di quercia, un vino che esce ad un anno dalla vendemmia. Un vino non privo di carattere e personalità, capace di esprimersi da Fiano Cilentano e cioè, rispetto a quello irpino, in modo più garbatamente fruttato e meno roccioso, benché mantenga una verve acida notevole. La versione 2016 esprime note olfattive di frutta bianca e agrumi che si incrociano a note balsamiche e cenni iodati. Al palato è sapido, fresco e chiude con una leggera nota amaricante.
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