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Tendenze, finita la sbornia torna di moda lo sfuso. Prezzi accessibili e sempre più scelta per il vino da mettere in tavola tutti i giorni
di Leonardo Roselli

Torna di moda lo sfuso. Un po’ per colpa degli alti prezzi di troppe bottiglie, molto perché la qualità e l’offerta sono cresciute e sono sempre più garantite: sta di fatto che tanti appassionati, che hanno cultura e un buon livello di vita, tornano a scoprire lo sfuso come vino da mettere sulla tavola di tutti i giorni. Un ritorno all’antico, ma forse ancor più un segno dei tempi di magra, che sta decretando il successo di luoghi tipo “La Bottega del Vino Sfuso” (Via Poggio Bracciolini, 5 Firenze, tel. 055/6802575).

Nata solo due anni fa la bottega, diretta da Mauro Amerini, negli ultimi tempi, sta incontrando un favore di pubblico davvero senza precedenti. Vuoi per i prezzi accessibili
dello “sciolto” (da 1,30 euro fino a un massimo di 3/5 euro), vuoi per la grande varietà di vini offerti - oltre 50 nell’arco di tutto l’anno - provenienti da tutte le regioni italiane, la clientela certo non manca e spesso tocca perfino mettersi in coda davanti al bancone.

Un successo che certo non rappresenta un singolo caso come dimostra il silenzioso fiorire di questo tipo di mescite (sempre più numerose a Firenze e dintorni) o il tentativo da parte di alcune aziende di allestire all’interno delle cantine dei veri e propri outlet del vino e dell’agroalimentare.

”Il settore, in questo momento, è in piena espansione - spiega Mauro Amerini - e nei prossimi 2 anni dovremmo assistere ad un boom in piena regola. Non confondiamo, comunque, lo sfuso con la bottiglia, il vino da mettere in tavola tutti i giorni con quello delle occasioni più importanti. Certo il prezzo gioca a nostro favore - aggiunge - unito alla continua ricerca dei vini italiani più caratteristici per cui i clienti sono sempre più curiosi ed esigenti”.

E, così, accanto all’immancabile Chianti, in “Bottega” fanno bella mostra di sé le damigiane di Nero d’Avola, Falanghina, Primitivo di Manduria, Aglianico, e nella selezione non manca neanche il Monteregio della Maremma, il Traminer per arrivare al Passito di Pantelleria e al Vinsanto. “Tanta scelta, qualità e, soprattutto, i prezzi che non superano mai i 5 euro al litro - conclude Armerini - sono oggi le variabili che sempre più fanno la differenza nel settore del vino”.

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