Questa è una storia di cooperativa viticola al Sud, in particolare del Salernitano. L’area è quella del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni, dove questa realtà è nata nel 2003 da una idea di Michele Clavelli che, già sindaco del comune di Sant’Angelo a Fasanella, volle creare un’attività che desse nuova linfa al paese. Riesce a mettere assieme 40 soci che oggi si occupano di 9 ettari in conduzione biologica, tutti coltivati con uve autoctone: Fiano, Primitivo, Aglianico ed Aglianicone. Parliamo di una piccola comunità montana che vive ai piedi degli Alburni, a circa 500 metri di altezza e dove anche i vigneti godono di questo “isolamento” e della lontananza da pratiche agricole intensive. Una viticoltura, quindi, naturalmente biologica e che ha scelto la strada dei zero solfiti aggiunti. Tra le etichette proposte colpisce l’Alburno, fatto con Aglianicone, uva piuttosto rara - circa 40 ettari in tutto - e che trova proprio nella zona degli Alburni la sua casa prediletta. Non cercate parentele con l’Aglianico, perché non ce ne sono. Piuttosto un vicino parente è il Ciliegiolo e lo si capisce anche guardandolo e assaggiandolo: ha un colore intenso quasi violaceo, piuttosto denso; al naso prevale il frutto - mora, ciliegia, gelso - mentre in bocca piace per la golosità del sorso, fresco e speziato al contempo. Bocca piena, dal gran frutto, ma senza essere eccessivamente morbida.
(Francesca Ciancio)
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