Sia chiaro che anche senza Marc De Grazia la riscoperta dell'Etna e il suo affermarsi come uno dei territori più interessanti del panorama vitivinicolo mondiale ci sarebbe stata lo stesso. Va invece assolutamente riconosciuto che senza di lui tempi, conoscenza e diffusione con cui i vini dell'Etna si sono imposti al grande pubblico mondiale sarebbero stati molto più lunghi e laboriosi. Marc sin dal suo arrivo sull'Etna, da grande conoscitore dei vini di Borgogna, è stato il primo a focalizzare l'attenzione di stampa e consumatori sul valore aggiunto delle vigne, soprattutto le più vecchie, di un territorio unico al mondo, un vulcano attivo che oltre ad un'energia percepibile empiricamente, regala al territorio una grande diversità di suoli che cambiano in base al succedersi delle eruzioni nel corso dei secoli scorsi, fino ai giorni nostri. La seconda intuizione di Marc è stata quella di puntare da subito al riconoscimento della menzione delle contrade in etichetta, entrate da qualche anno a pieno titolo nel disciplinare della Doc Etna, vinificandole ed imbottigliandole singolarmente. Definirei ancora giovane l'Etna Bianco Vigne Niche Calderara Sottana '16, nitidi i sentori minerali e quelli di macchia mediterranea, poi lime, genziana e frutta a polpa gialla, sapido e fresco il sorso scandito da un'acidità ancora arrembante, mentre il lunghissimo finale lascia il palato fresco e ricco di aromi.
(Massimo Lanza)
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