Tutto nasce da un giro in barca a vela. Massimo Lentsch approda a Lipari da turista ma con spirito da pioniere coglie subito le potenzialità di un mondo antico, quello viticolo, meritevole di ritornare alla luce. Comincia a esplorarla, zaino in spalla a bordo di uno scooter, a scavare nella memoria del posto, a ripercorrere indietro il tempo di millenni, con la visione sempre più chiara di fare di quest’Isola una culla di grandi vini. Armato dei mezzi più artigianali, tappezza botteghe e ristoranti con l’annuncio del cercasi terreno. Parte da qui la storia, nel 2005, di Tenute di Castellaro, dalla ricerca degli autoctoni Corinto Nero e Malvasia, e dalla selezione massale per ottenere piante sane. L’ imprenditore bergamasco impara a fronteggiare un ecosistema estremo dalle escursioni termiche vertiginose e altissimi tassi di umidità, spesso avvolto dalle nebbie marine e siccitoso, riuscendo a trarre freschezza ed eleganza. L’azienda ha il cuore produttivo a Piana di Castellaro, conta 29 ettari ad alberello in biologico, dove sorge la cantina, opera di spiccata sensibilità tecnologica, totalmente asservita alle condizioni naturali del luogo in termini di sostenibilità. Il Corinto Nero, che Plinio il Vecchio chiamava “Uva marina nera”, incarna la portata di questa avventura. Note minerali, frutta rossa, spezie e una importante acidità. L’opulenza mediterranea ingentilita lo fa sembrare un esemplare continentale. Eppure nasce a sud in mezzo al mare. Prodigio di Lipari.
(Manuela Laiacona)
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