L’inizio è datato 1370: probabilmente potremmo già chiuderla qui, per chi volesse farsi un’idea di quello che l’azienda ha significato per il comprensorio delle colline pisane. Ma il dato di cui tenere soprattutto conto, al di là della longevità, è che da allora la proprietà non è mai cambiata: restando da sempre in mano alla famiglia Venerosi Pesciolini, dedita al vino e all’olio con passione immutata. A partire poi dagli anni Ottanta, vista anche la grande gelata subita nel 1985, la svolta graduale verso pratiche tese a quell’ecosostenibilità ambientale che, in un contesto meraviglioso come quello circostante la cantina, non potevano che costituire un’appendice consequenziale e necessaria. Venti ettari destinati ai vigneti, compresi nei trecentocinquanta complessivi fatti di boschi, uliveti, pioppi e coltivazioni cerealicole, a contribuire ad un unicum di suggestione impareggiabile: al punto tale che dal 2001 la cantina si è organizzata al meglio anche per quanto concerne l’ospitalità, curata come il resto. Il Veneroso (con l’annata 2015 festeggia le sue trenta vendemmie), che vede diciotto mesi di affinamento in tonneau e barrique usate (relativamente al Cabernet), marca l’olfatto con ricordi speziati e di molteplici frutti rossi: dalla ciliegia al ribes, dalla fragola alla prugna. In bocca è di gran classe: dal tannino ricco ma molto fine, chiuso da avvolgente persistenza.
(Fabio Turchetti)
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