Confettura di lampone e di ciliegia, succo di melograno e scorza di arancia, polvere di liquirizia e baccello di vaniglia, cenni di muschio e terra, di fiori di rosmarino e melissa, sono i profumi che si possono scorgere nel Caburnio 2018, se gli si concede un istante in più di attenzione. La bocca è austera: ha una dolcezza appena accennata, un’aderenza sapida centrale e una freschezza agrumata continua che spinge il sorso verso una chiusura dapprima amaricante, poi calda, che insiste su note fruttate e floreali: mora, rovi e violetta. Un vino serio ed elegante, con una sua finezza piacevole che resta impresso a lungo sulla lingua. Il vino che l’azienda definisce “l’altro, non secondo” all’etichetta bandiera “Monteti”. Il nome origina da un errore di trascrizione di un passaggio della Storia della Natura di Plinio il Vecchio, dove anziché “vitis Nabornicam” - cioè viti provenienti dalla Gallia Nabornense nell’attuale Francia meridionale - si riportò “vitis Caburnicam”. Insieme al Monteti e al rosato TM, rappresenta tutta la produzione di 130.000 bottiglie della cantina, nata nel 1998 nella zona meridionale della Maremma Toscana, al confine con il Lazio. Oggi Tenuta Monteti (che deve il nome al monte che la difende dai forti venti tirreni, garantendo altresì il clima marino favorevole alle coltivazioni) conta su 30 ettari di vigneto, 5000 piante di olivi e 120 ettari totali che comprendono anche boschi.
(ns)
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