Dal colore giallo paglierino dai riflessi dorati, il Grillo Vìviri 2019 interpreta una bella e generosa annata, offrendo aromi dal netto carattere mediterraneo, che passano da tocchi iodati, a cenni di erbe aromatiche e macchia fino a ricordi di pesca e di ginestra. In bocca, il vino è pieno, avvolgente e sapido, dallo sviluppo contrastato e dal finale che trova una bella nota salina a chiuderne il sorso. Grande la Tenuta Rapitalà, dall’estensione di 225 ettari nel territorio che da Camporeale declina verso Alcamo, tra i 300 e i 600 metri sul livello del mare, con 163 ettari dedicati alla coltivazione della vite. Molti i vini nel portafoglio etichette aziendale (2.600.000 le bottiglie messe in commercio annualmente), che raccontano il variegato modo del vino siciliano, mixando varietà locali e internazionali. Rapitalà rappresenta un’importante realtà produttiva dell’isola e anche del colosso enologico Gruppo Italiano Vini, a cui oggi appartiene. Il nome Rapitalà viene dall’arabo “Rabidh-Allah” cioè “fiume di Allah”. Tra i vigneti scorre infatti un corso d’acqua, prezioso in sé e testimonianza di un uso agricolo del luogo già in epoche del remoto passato. In tempi più vicini, i passi decisivi dell’azienda sono stati compiuti nel 1968, quando il francese Hugues Bernard de la Gatinais ha sposato la palermitana Gigi Guarrasi e con lei ricostruito la cantina appena distrutta dal terremoto.
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